Due conversazioni con Jean-Luc Godard.

Due conversazioni con Jean-Luc Godard.

“La commedia americana è realista quanto il neorealismo italiano. Un film di Cukor come The Chapman’s Report somiglia molto a La Pyramide humaine. Cukor e Rouch sono nello stesso tempo realisti e irrealisti. Essi proseguono la stessa ricerca da punti di vista completamente differenti. Ma in definitiva Cukor, dirigendo i suoi attori, fa la stessa cosa di Rouch manovrando la sua 16mm. Certo, ognuno ha la sua formazione, dispone di mezzi differenti, etc… Un realismo primitivo e limitato è quello di Zavattini e De Sica. È il realismo dei tre quarti dei registi italiani di oggi. Rossellini vi sfugge, o meglio non viè mai caduto, perché è… brechtiano, mostra come sono veramente le cose”.
“Con Vivre sa vie non sapevo per niente cosa volessi fare. E alla fine abbiamo fatto qualcosa. Dunque, è megli affidarsi ai propri istinti profondi. E poi è stato lo stesso per tutti. L’o’eratore ha fatto la sua migliore fotografia. Mia moglie, è quel che ha fatto di meglio. Nessuno sapeva molto bene dove si sarebbe arrivati. Ciascuno ha dato il meglio di sé, dunque ha espresso una certa verità personale. Ma non mi piace fare delle ricerche, perfezionare qualcosa che ho abbozzato a metà. Mi piace aprire le porte, è tutto”. ” Mi piace tutto, mi sento vicino a tutti, tanto a Hawks quando fa Man’s Favorite Sport? quanto a Shirley Clarke, anche se The cool world è un film completamente differente. Si apprezza per esempio meglio Rouch se si ama Hitchcock e viceversa. È un dovere della critica non essere settaria. Se no si fa razzismo”.
(Jean-Luc Godard, 1964)